La lunga storia del Monna Agnese
(Liberamente tratto da: Lucia Brunetti, "Agnese e il suo ospedale", Pacini editore, Siena, 2005)
Nel 1278 a dieci anni dalla presumibile fondazione l'ente ospedaliero conta già 40 assistiti. L'ampliamento lungo tutta via del Poggio fino alle dimensioni attuali sarà frutto di una serie lenta e costante di successive acquisizioni.
Ma chi era Monna Agnese? Detta “quondam Affrettati” ovvero figlia di "un certo Affrettato” poco sappiamo di lei, Non sempre le fonti quali donazioni, finanziamenti, vendite… specificano le generalità della fondatrice - forse Agnese era abbastanza ben conosciuta in città da non rendere necessari ulteriori chiarimenti sulla sua persona - tuttavia, dove si mostrano più precise, la Rettrice viene sempre definita: “ monna Agnese quondam Affrettati”.
Che Agnese fosse popolare già in vita per l’attività da lei intrapresa è un dato di fatto visto che, nonostante l’intitolazione dell’ospizio a San Niccolò e successivamente anche a San Gregorio, l’ospedale continuò ad essere chiamato per il resto della sua esistenza “Ospedale di Monna Agnese” dove il nome della fondatrice non indicava più, come nei primi tempi, solo la paternità dell’istituzione, ma iniziava ad identificarsi con il nome stesso dell’istituto, così tramandato fino ai giorni nostri.
Agnese è spinta dal desiderio religioso di dare senso alla propria vita impegnandosi per le categorie meno fortunate in un percorso che nel XIII secolo coinvolge anche i laici. La netta prevalenza femminile all'interno dello Spedale contribuisce ad orientare precocemente le attività dell'istituto verso la specializzazione dell'accoglienza alle partorienti soprattutto quelle in difficoltà economiche o non sposate.
Nei 40 lunghi anni in cui regge la neonata istituzione Monna Agnese riesce a consolidarla e ad assicurarle una certa prosperità attirando a sé numerose donazioni ed un consenso duraturo. Le rettrici, tutte donne, che si succedettero allargarono la sfera d'azione costituendo proprietà in città e soprattutto in campagna per assicurare, sulla linea dello stesso S. Maria della Scala, l'approvvigionamento continuo ed autonomo dei diversi prodotti.
L'opera pia continuò a svolgere una duplice funzione assistenziale ed educativa per tutta la durata della Repubblica senese e non cessò neppure sotto i Granduchi medicei.
Nel 1573 il Granduca Ferdinando de Medici riformò l'istituzione dando fra l'altro alla rettrice il diritto di giudicare direttamente le cause civili che potevano nascere tra il personale dell’ ospedale compresi i coloni dei vari poderi satelliti.
Succedutisi ai Medici i Lorena, Pietro Leopoldo, nel quadro della ampia riforma che realizzò nel Granducato, concentrò i vari ospedali esistenti a Siena, compreso quello di Monna Agnese, negli “Ospedali Riuniti” del S. Maria della Scala
Altrettanto fece per i conservatori femminili. Non soppresse però l'opera pia di Monna Agnese e anzi ne volle continuare la funzione educativa fondando nella sua storica sede scuole di istruzione per le figlie degli artigiani della città e delle sue Masse. Il Monna Agnese diventa la “Scuola leopoldina di S Niccolò in Sasso”. La destinazione scolastico educativa rimane anche dopo la caduta del Granducato e la nascita (1861) del Regno d'Italia conservando l'indirizzo di studi pratici volto all'acquisizione di capacità lavorative da utilizzare in ambito domestico o “imprenditoriale”.
Il regio decreto del 1893 le equiparò alle allora vigenti scuole Normali e nel 1928 le trasformò in “Scuole triennali parificate femminili di avviamento al Lavoro”. Il Monna Agnese diviene scuola statale solo nel 1935 e sviluppò ancora maggiormente lo stretto legame con la città di Siena intervenendo con riconosciuta professionalità in attività di restauro di tessuti e arredi vari.
Nel 1949 viene autorizzato in via sperimentale il funzionamento di un Istituto Tecnico Femminile destinato all'esercizio e all'insegnamento di attività tradizionalmente femminili: furono istituiti due corsi uno per Econome dietiste e uno per Dirigenti di Comunità.
E' del 1977 l'indirizzo linguistico sperimentale, a fianco di due altri corsi sempre sperimentali: psico-pedagogico-sociologico e storico artistico. Negli anni '90 le sperimentazioni furono trasformate in Liceo Scientifico Biologico e Liceo Linguistico (progetto Brocca).La suddivisione in Liceo Linguistico e in Istituto Tecnico Tecnologico per le biotecnologie è storia dei nostri giorni.